Animali Invertebrati Insetti Fitoridi Ligei Coreodi Scudati.
Un Cervo volante e un Maggiolino foto Diverse specie d'insetti Lepidotteri: diverse specie di farfalle Insetti p2 p3 p4 p4.1 p5 p5-1 p6 p6.00 p6.01 p6.1 p7 p8 p9 p9-0 p9-1 p9-2 p9.0 p9.01 p9.01.0 Yahoo! Video Animali Insetti YouTube Ovo video search Insetti: la classe animale più numerosa e variegata del Regno animale Insetti volanti: elenco e caratteristiche Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino Mammiferi Artiodattili Carnivori Cetacei Folidoti Insettivori Iracoidei Lemuri Marsupiali Monotremi Perissodattili Pinnipedi Proboscidati Rosicanti Scimmie Sdentati Sirenidi Tubulidentati Volitanti Uccelli Brevipenni Cantatori Coracirostri Fissirostri Giratori Gralle Lamellirostri Levirostri Longipenni Pappagalli Passeracei Razzolatori Ronzatori Steganopodi Urinatori Rampicanti Rapaci Invertebrati Aracnidi Brachiopodi Briozoi Celenterati Conchiferi Crostacei Echinodermi Gasteropodi Insetti Miriapodi Molluschi Protozoi Rotiferi Tunicati Vermi Invertebrati Insetti 1.1 Coleotteri Cicindelidi Caraibici 4 Curculionidi Bostricidi Antribini Bruchidi Longicorni o Cerambici Crisomeline Erotilidi 4.1 Endomichidi Coccinelle Imenotteri Api 5 Diplotteri Formiche ETterogini Pompilidi Sfegide 5-1 Criside Cinipidi Proctotrupidi Calcidii Evaniadi Braconidi Icneumonidi Imenotteri Fitofagi 6 Lepidotteri Farfalle Diurne Farfalle Crepuscolari Silotrofe Cheloniarie 6.1 Bombicidi o Filatori Nottue o Agrotidi Geometri o Misuratori 9 Blatte Locuste Rapaci Fasmidi Acridii Locustini 9.01 Grilli 9.01.0 Forbicine Lepismatidi o Tisanuri VITA DEGLI - INVERTEBRATI - INSETTIPODURIDEPiù varie si presentano le forme delle Poduride (Poduridae) che hanno di solito la testa allungata, corpo cilindrico, addome di sei articoli, oppure soltanto di tre. Sul capo stanno le antenne a 4 o 6 articoli, rigide, dietro le quali si trovano gli ocelli semplici disposti in gruppi di 4 e sino ad 8, raramente a 20. L'apparato boccale è molto difficile da riconoscere e non esistono i palpi mascellari. Le zampe tozze terminano in un articolo unico dei tarsi, ma bilobato e unghiuto. La possibilità che questo animale possiede di saltare in alto e lontano lo deve non ai suoi piedi, ma all'appendice forcuta dell'estremità addominale, la quale, incurvandosi al di sotto, agisce da molla. La forza d'impulso è tale che per la Podura Acquaiola, o Pulce d'Acqua (Podura aquatica), la superficie dell'acqua serve da punto di appoggio. Tutti questi animaletti hanno bisogno di un certo grado di umidità; perciò si trovano sotto le foglie umide, sotto la corteccia di alberi putrefatti, sull'acqua e persino sul ghiaccio. La maggior parte di essi emette enormi quantità di uova microscopiche. Nicolet, che fece minute ricerche, ne trovò 1360 in un individuo; sono lisce, o irte, ovali, allungate o tondeggianti. Prima si sviluppano gli occhi, poi si strappa la pellicola dell'uovo, ed il germe, non ancora sviluppato, rimane appeso per metà anteriore e posteriore alle parti relative; le zampe e le antenne appaiono in principio con borsette inarticolate. Dopo la prima muta, che dà al corpo la sua forma definitiva, ne sopraggiungono molte altre ad intervalli di 12-15 giorni. Interessante è la Pulce del Ghiaccio (Desoria glacialis), che vive a pochi gradi di temperatura sopra zero, e che venne scoperta dal Desor. E' un animaletto nero, villoso; le antenne hanno quattro articoli, la forcatura addominale è diritta, e gli occhi si raggruppano a sette per parte. Questi animali, che sopportano basse temperature, a + 38° C. non resistono e muoiono. Messi invece nel ghiaccio a - 11° C., nel quale rimasero dieci giorni, sopravvissero, e, non appena il ghiaccio venne sciolto, si misero a saltellare. Troviamo, infine, la Podura Villosa (Podura villosa), che presenta liste nere sopra un corpo rosso-giallo; abita nei cespugli e la si trova in compagnia della P. plumbea, il cui corpo è ricoperto di squame e di peli. La lunghezza massima di ambedue raggiunge i 3 mm. circa.Un Cervo volante e un Maggiolino FILOTTEREDI E LIOTEDIIl genere più ricco di specie è il genere dei Filotteri, o Mangiapellicce (Philopterus).Si riconosce per le antenne a cinque articoli, per i due uncini e per l'assenza di appendici all'estremità addominale. Il maschio del Filottero Falciforme (Ph. falciformis), ha, come dice il suo nome, le antenne a falce che terminano in una piccola pinza. Simili od analoghe disposizioni esistono anche nelle altre specie e servono a mantenere l'unione durante l'accoppiamento. Strana è la conformazione della testa posteriormente. Questo animaletto veste di giallo, con macchie laterali brune, in mezzo alle quali rimane visibile un punto del colore primitivo. Il genere Trichodectes appartiene ai più diffusi parassiti dei peli e vive alle spese di mammiferi carnivori e rosicanti domestici; è riconoscibile per le antenne a tre articoli, piedi con un uncino, ed un uncino mobile da ogni lato del penultimo articolo addominale della femmina. Tali caratteri sono propri del T. latus, del T. climax, del T. scalaris, ecc. Tutti questi parassiti vivono nel pelo di animali a sangue caldo e nelle parti più delicate degli animali da piuma. Le loro femmine attaccano le uova ai peli o alle piume, e i giovani che ne sgusciano vi rimangono, abbandonando il corpo del loro ospite soltanto dopo morti. A questi parassiti si collegano, come specie della famiglia seguente, i Gyropus; le poche specie si distinguono per i piedi ad uncino, l'assenza dei palpi labiali e degli occhi; hanno mascellari conici, ed una profonda intaccatura ad ogni lato del capo, fatto a scudo; questa intaccatura serve a raccogliere le antenne. Due specie di queste bestiole, il G. ovalis e gracilis, vivono sui capibara. I Liotheum, parassiti delle piume, ricchi di specie, hanno mandibole dentate, palpi labiali a due articoli, hanno di solito gli occhi; due uncini, con un lobo prensile ad ogni piede; si distinguono inoltre nella struttura del torace e della testa, nel modo di portare le antenne ed in altri caratteri ancora. Il Liotheum pallidum vive in società di una specie di Philopterus sulle galline domestiche; il Liotheum stramineum vive invece sulle galline faraone, che nutrono inoltre con le loro penne un altro Philopterus. L'oca ha come ospiti il L. auseris, o Trinotum conspurcatum, ed un paio di specie di Philopterus. Il numero di specie di questi animali è veramente enorme e infiniti anni di studio non sono stati sufficienti per poterle osservare e conoscerle tutte profondamente. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. EMITTERICome il precedente, questo ordine racchiude insetti che sono assai diversi gli uni dagli altri nel loro aspetto esteriore, concordando unicamente nella conformazione della bocca e nella metamorfosi incompleta. Tutti gli insetti che hanno un becco per succhiare, e le cui larve si distinguono dall'insetto perfetto soltanto per l'assenza delle ali, ed in certi casi per alcuni articoli in meno, e più grossi delle antenne, appartengono agli Emitteri. A molti mancano totalmente le ali, per cui teoricamente in essi non si opera nessuna trasformazione; in altri solo i maschi sono dotati di tale apparato locomotore. Fra gli alati, nei due sessi, troviamo quelli che hanno quattro ali uguali, sottilmente membranose; altri hanno ali disuguali, più salde, coriacee almeno nella maggiore metà basale, per lo più membranose verso la punta. Queste ricoprono le posteriori, anch'esse sottilmente membranose, e allora il protorace appare sviluppato. La testa ha la base più o meno piattamente inserita nel torace, e presenta ora antenne distinte, sporgenti, talvolta soltanto occhi semplici, più spesso, accanto a questi, occhi composti di mediocre grandezza; esiste anche un becco, la cui parte visibile consiste essenzialmente nel labbro inferiore, ristretto alla base od alla punta. L'addome è composto da 6 a 9 articoli, i cui stimmi si trovano sui fianchi.Le zampe appaiono in tutti abbastanza sviluppate, munite di un anello femorale, e di tarsi a due e tre articoli sebbene per la maggior parte servano soltanto a camminare, esistono anche emitteri con zampe atte al salto, al nuoto, ecc. Si conoscono oggi circa 12.000 specie di Emitteri, diffuse su tutta la superficie del globo; tuttavia questo numero deve essere di gran lunga inferiore alla realtà, poiché delle specie esotiche, per esempio, sono state studiate solo le forme più notevoli. Specie fossili esistono già nella formazione giurassica, e se ne incontrano diverse, e più numerose, nelle montagne terziarie e nell'ambra. I Pidocchi (Pediculina) sono privi di ali, hanno antenne filiformi a cinque articoli, piedi a due articoli, di cui l'ultimo, uncinato, rivoltandosi verso il precedente gonfio, conferisce all'animale la possibilità di arrampicarsi. La testa ha piccolissimi occhi semplici, difficilmente visibili, ed un apparato boccale che diventa visibile solo quando l'animale se ne serve. Esso consiste in un cono molle, breve, che si può ripiegare, ed il margine anteriore è munito di parecchie serie di uncini. In questo involucro si trovano, come in un astuccio, quattro semicanali coriacei che si uniscono, a due a due, in uno stretto canale proteso. Il tubo interno viene sporto fuori dall'esterno che lo ricopre, si conficca nella pelle, e serve da ventosa per aspirare il sangue; gli uncini dell'astuccio esterno del becco rendono salda la sua posizione, e possibile l'azione della proboscide, causando senza dubbio la particolare sensazione che il Pidocchio morda, non punga. Il piccolo torace presenta soltanto deboli indicazioni di tre segmenti, e si stacca distintamente dall'addome tondo ed ovale nell'Haemetopinus, o Pidocchio del Maiale; nel Pediculus invece il torace passa all'addome senza divisione. L'addome, di solito ovale, presenta nove divisioni, rese più o meno distinte da cordonature e rimane abbastanza trasparente da lasciar vedere il canale intestinale, specialmente se è pieno di cibo. I Pidocchi si riproducono mediante uova piriformi, le così dette lendini, che emettono in forte quantità, incollandole presso la radice dei capelli. Il calore animale le fa schiudere dopo otto giorni; il Pidocchio diventa atto alla riproduzione in un tempo relativamente breve, e probabilmente non è soggetto a mute. Leeluvenhoeck ha calcolato che una femmina, dopo otto settimane, può aver veduto la nascita di 5000 discendenti; presumibilmente, la morte non avviene dopo l'emissione delle uova. Una quantità di mammiferi, maiali, ruminanti, rosicanti, scimmie, ecc., sono infestati da pidocchi, ognuno da una specie distinta, e persino da parecchie specie; l'uomo stesso ne alimenta tre. Il Pidocchio della Testa (Pediculus capitis) brulica in particolare sulle teste dai capelli sporchi; è grigio-giallo, più scuro sui margini dei segmenti addominali, ed ha il torace quasi quadrato. Nel maschio, più piccolo e sottile, il capo è diviso più distintamente; si riconosce facilmente per l'organo sessuale che sporge come un pungiglione, la cui posizione indica che, nell'accoppiamento, la femmina sta di sopra. Questa emette circa 50 uova; il neonato diventa atto alla riproduzione dopo quattro settimane. Una seconda specie, alquanto più lunga e sottile, non abbrunata sui margini posteriori dei segmenti addominali, è il Pidocchio degli Abiti (P. vestimenti), che si alimenta di sangue umano, specie del petto e del dorso, e si nasconde fra gli indumenti; particolari vittime sono i soldati durante le campagne, e spesso anche in caserma. La sottigliezza dell'animale, indipendentemente dal corpo più esile, viene prodotta dalla testa ristretta a collo verso il dietro, e dall'incavo delle articolazioni. Le femmine depongono le loro uova lungo le cuciture degli abiti a contatto con la pelle. Un accenno al Pidocchio dei Malati (Pediculus tabescentium), che dà origine alla tabe pedicolare, o così detta phthiriasis; sia l'animale, infatti, che i suoi effetti non sono ancora sufficientemente noti. Il Piattone (Phthirius inguinalis o P. pubis) si distingue essenzialmente dal genere Pediculus nella forma del corpo; ha inoltre alle zampe anteriori un solo articolo ai tarsi. E' bianco, lungo 1 mm. circa, altrettanto largo, con un torace che si distingue appena dall'addome quadrato; di lato, fra le articolazioni del medesimo, ha bitorzoli carnosi, sporgenti e villosi. Questo ripugnante insetto si adagia, con le zampe piattamente allargate, sul corpo, conficca profondamente il capo, e produce una sensibile puntura. Ad eccezione del capo, vive su tutte le parti pelose del corpo; lo si distrugge con fregagioni di unguento mercuriale, ma è preferibile usare il succo di tabacco, perché non danneggia la pelle del corpo umano. COCCINIGLIENelle Cocciniglie (Coccina), appartenenti alla II famiglia, è tipica la totale differenza dei due sessi della stessa specie, non soltanto nell'aspetto esterno, ma anche nel modo di nascere.Le femmine nascono da larve molli, nelle quali si lasciano vedere, sulla faccia inferiore del corpo, le antenne, il becco, e sei zampini con i piedi a due o tre articoli, ed uno o due uncini. Il loro corpo emisferico si articola mediante cordonature senza essere composto di tre articoli, e non atto a ripiegarsi, nasconde nel suo interno quattro setole. Queste sorgono dal capo, scendono profondamente nel corpo, vi formano un cappio e tornano al capo. Questa disposizione, che ne ricorda una analoga dell'ovopositore di certi imenotteri, permette di prolungare moltissimo le setole e di immergerle profondamente nella pianta, del cui succo vivono unicamente gli insetti di cui parliamo. Le antenne sono cordonate o filiformi; a tutte le mute aumentano gli articoli, senza diventare tuttavia troppo lunghe. Se esistono occhi, sono semplici. Le larve cominciano a correre vivacemente intorno alla pianta nutrice per trovare un posticino adatto, vi si attaccano fissamente per succhiare, e più tardi, morire; trovato che l'abbiano, cominciano a crescere e a diventare informi. Non hanno mai ali. Dopo l'accoppiamento si gonfiano progressivamente, cessano dal presentare le articolazioni alla superficie, ed anche le escrescenze della parte inferiore, dove diventano invisibili le antenne e le zampe, che prima invece si potevano discernere. Emettono allora uova in grande quantità, in un involucro tenace, bianco, ed anche dopo morte rimangono appostate sopra, come vigilanti sentinelle; in rari casi si staccano. Prima che le larve sbuchino dalle uova, cambiano pelle, e questo è tutto quello che si sa delle femmine. All'inizio le larve dei maschi sono come quelle delle femmine. Più esili e piccole, si fissano anch'esse in un luogo gradito e cominciano ad ingrossare. Poi il maschio si allestisce un bozzolo, e lo trasuda dalla sua superficie, vi si trasforma in ninfa dormiente, dalla quale uscirà, dall'estremità posteriore, un leggiadro essere a due ali. In esso si distinguono tre intaccature principali del corpo, antenne cordonate o setolose, occhi semplici spesso disposti in gran numero da ogni parte, becco rudimentale, piedi distinti, e sovente due lunghe setole caudali ed un lungo organo sessuale sporgente. Il maschio è molto più raro della femmina, vive poco tempo, ed è perciò ancora sconosciuto in molte specie. Negli Aleurodes, invece, i due sessi si somigliano quasi perfettamente; nella Dorthesia le femmine conservano la loro mobilità fino alla morte. Tuttavia, anche su questo argomento il campo è ancora aperto ad ulteriori osservazioni. La maggior parte delle Cocciniglie appartiene alle zone calde. Chi non ha mai visto gli avanzi bruni, quasi sferici, della Cocciniglia della Quercia (Lecanium quercus), che talvolta, disposti in fila, rimangono per anni fra le rugosità dei vecchi tronchi? Finché vivono, le femmine piattamente emisferiche, dalle antenne ad 8 articoli, colpiscono poco l'attenzione. I maschi si distinguono per due setole caudali. Un insetto del tutto simile, la Cocciniglia della Vite (L. vitis), si fa osservare sui vecchi fusti di vite, specialmente se il cadavere della femmina ricopre un involucro di un bianco niveo, che si dipana in sottilissimi fili simili al tessuto del ragno. Con il nome di kermes, alkermes, grana kermes, kermes tinctorum viene messa in commercio dalla Francia, la Spagna, la Grecia e specialmente da Candia, una materia colorante che era già nota ai greci ed ai romani. I corpicini bruni che danno il colore rosso soltanto quando sono trattati con l'aceto, colore che greci e turchi adoperano per tingere i loro berretti, appartengono alla Cocciniglia del Kermes (L. ilicis) che vive sulla quercia kermes (quercus coccifera); questa rimane più spesso allo stato di arboscello che di albero, e gli esemplari più vecchi ed esausti sono coperti da quell'insetto molto somigliante al gorgoglione della nostra quercia comune. Il raccolto del kermes è in rapporto alla temperatura invernale più o meno mite; esso è generalmente buono se la primavera passa senza gelate e senza nebbia. Di solito le Cocciniglie godono di una sola generazione all'anno escluso qualche caso favorevole che ne consente due. Al principio di marzo queste bestioline sono più piccole di un granello di miglio, in aprile raggiungono la loro grandezza massima, generalmente, simile a quella di un pisello. Alla fine di maggio si possono trovare da 1800 fino a 2600 uova sotto il loro involucro morto, ultimi resti della madre che cessa di vivere non appena compiuta la sua opera di genitrice. Il kermes viene raccolto da uomini, donne e fanciulli, che si lasciano crescere apposta le unghie per tale lavoro, e ne possono raccogliere fino ad un chilogrammo al giorno. La Cocciniglia propriamente detta (Coccus cacti) è il più celebre fra questi insetti. Il maschio rosso-carminio puro, ha due ali opache, antenne a dieci articoli, e lunghe setole caudali; la femmina, del medesimo colore, ha strie bianche. Questa specie è oriunda del Messico e vive sulle larghe foglie del nopal (opuntia coccinillifera); è divenuta oggetto di esportazione dopo che gli animali sono seccati sopra lamine metalliche. Occorrono 4100 di questi granelli rossi per farne 30 grammi. Per vario tempo è rimasta incerta l'origine di questo prodotto che alcuni volevano animale, mentre altri l'attribuivano al regno vegetale. Si arrivò addirittura ad una decisione del Tribunale del Messico per definire la questione e venne così confermata la sua appartenenza al regno animale. Dopo la fecondazione, la femmina adagia le sue uova e le abbandona sulla pianta abituale, e, mentre toglie il becco dal fusto non appena compiuta la sua opera, cade al suolo e muore. I piccoli sgusciano otto giorni dopo, con abito uguale a quello della madre, ma coperto di lunghi peli. Nel giro di due settimane, e dopo reiterate mute, giungono al loro completo sviluppo; le larve dei maschi si filano allora un bozzolo aperto dietro, e vi riposano per otto giorni, allo stato larvale. Essi tuttavia muoiono immediatamente dopo l'accoppiamento, mentre la femmina gode di una dilazione di 14 giorni perché abbia il tempo di deporre le uova. In questa specie si possono succedere parecchie generazioni, dato il poco tempo che queste bestiole esigono per il loro sviluppo. La cocciniglia che si vende è composta di animaletti disseccati, delle dimensioni di mezzo pisello; sulla sua superficie aggrinzita si possono ancora distinguere benissimo le intaccature trasversali dell'addome. Esteriormente sono di un color bruno-nero più o meno impolverato di bianco, internamente di un color porpora scuro; assaggiandole, producono sulla lingua un sapore amaro e alligante e tingono la saliva di rosso e dovrebbero conservare tali proprietà per oltre cento anni. Messi a bagno nell'acqua calda, si distinguono ancora le zampette e le antenne, e nella massa rossa, granulosa, che si stacca dal corpo, Réaumur ha riconosciuto le uova. La Cocciniglia della Manna (C. manniparus) vive nei dintorni del monte Sinai sul tamarisco della manna, e produce con la sua puntura lo sgorgo dell'umore zuccherino che si dissecca e cade, oppure, sciolto dalla pioggia, corre giù in grandi stille; questo viene raccolto e messo in commercio come una specie di manna. Il colore giallo-cera della femmina è ricoperto di una bianca lanugine; non si conosce nulla dell'altro sesso. La Cocciniglia della Lacca (C. lacca) fornisce con il suo corpo la lacca rossa, e con la secrezione della sua pelle il prodotto noto in commercio col nome di gomma lacca. Poche e discutibili sono le nozioni che si hanno su questi animali. I giovani insetti hanno il corpo a forma di lancetta, due lunghe setole caudali, sei zampe, ed antenne a cinque articoli, munite di tre setole ramificate. Appena le femmine si sono attaccate, succhiando, cominciano a gonfiarsi, perdono piedi e antenne, prendono una forma di pera quasi sferica e presentano un notevole restringimento all'estremità anteriore questo ingrossarsi proviene dalla formazione della lacca che comincia a rivestire subito la bestiola. E' porosa: e per tale ragione il corpo rimane in contatto con l'aria esterna. Secondo le osservazioni di Carter, le larve sgusciano dall'uovo due volte all'anno; il maschio sviluppato appare più tardi della femmina e in due forme diverse, a seconda della stagione. In settembre è privo di ali, in marzo è alato ed assai simile al maschio della coccinella. Subito dopo l'accoppiamento muore fra la materia fioccosa che trasuda la femmina. Il colore della lacca sarebbe racchiuso nell'ovario della femmina, mentre la gomma, come è già stato accennato, deriva da una secrezione della pelle in seguito all'attaccarsi dell'animale alla pianta alimentare. Vari parassiti sono stati trovati nelle nicchie della larva. Aspetto diverso da quello delle femmine fino ad ora descritte offre la Dortesia dell'Ortica (Dorthesia urticae) di un bianco niveo, rigata, ad eccezione delle antenne e delle zampe. La sua testa, posata sopra il protorace dentellato, posteriormente, porta antenne ad 8 articoli aguzze, nere, che terminano con un solo uncino. Il rivestimento bianco, che forma una piastra sul ventre, si incurva dietro sulla parte posteriore e si tronca; il maschio ha antenne setolose, a nove articoli granulati, due ali con squamette dietro, ed emette dall'estremità dell'addome ovale un ciuffo di fili lunghi e bianchi. Questi animaletti si trovano in luglio ed in agosto, e sono abbastanza comuni in certe località della Germania sulla grande ortica. In Europa, prima ancora dell'introduzione della cocciniglia americana, si conosceva già quella di Polonia, chiamata anche Sangue di Giovanni, perché l'insetto veniva raccolto appunto per S. Giovanni, e presentava proprio il colore del sangue. Il maschio, rosso, ha antenne a nove articoli, cordonate, occhi granulari, uncini semplici, ali villose sul margine anteriore, oltre la sua metà, brevi alucce dietro e termina con un lungo ciuffo di fili. La femmina emisferica ha da 2 a 3 mm. di lunghezza; porta antenne brevi a 8 articoli, e solo un uncino per piede, con larghe zampe anteriori. I due sessi, allo stato larvale sono avvolti in una sottile pelle sferica, nella quale stanno immobili, con il becco affondato nella radice della pianta. Dopo 14 giorni la pelle si strappa e per primo sguscia il maschio più piccolo ed ancora larva; la femmina invece è adulta. Il maschio allora si avvolge in un involucro lanoso, vi riposa per 14 giorni, e ne esce a sua volta insetto perfetto. Prima che si conoscesse la vera cocciniglia, migliore e più conveniente, i granellini scarlatti di Polonia formavano oggetto di un importante commercio e fruttarono ad un re di Polonia una entrata di 6000 fiorini di allora, di dazio. Dalla sola Polonia si esportavano annualmente 500 chili, al prezzo di 16-20 fiorini al chilo. Il genere degli Aleurodi (Aleurodes), avendo i due sessi ugualmente conformati, ed ognuno provvisto di quattro ali, forma il passaggio alla seguente famiglia. L'A. chelidonii, lungo un millimetro soltanto, bianco-verdastro, con due fasce brune sfumate sulle ali, già noto a Linneo, fu da questo annoverato fra le tignuole con il nome di Tinea proletella. Questo animaletto, comune in Europa, si posa volentieri, con le ali piegate a tetto sull'addome, sulla faccia inferiore della foglia del Chelidonium majus; accanto si osservano piccoli cerchi debolmente impolverati di bianco, nei quali esistono le uova, prima gialle, poi brune. AFIDILa terza famiglia, degli Afidi, o Gorgoglioni (Aphidina), consta di piccoli esseri, lunghi al massimo e raramente 6 mm., le cui antenne, a 5 e 7 articoli, oltrepassano talvolta la lunghezza del corpo, oppure non la raggiungono nemmeno. Hanno occhi composti, un becco con tre articoli, lunghe zampe sottili, che terminano in due articoli dei tarsi con altrettanti uncini; presentano inoltre quattro finissime ali, che riflettono tutti i colori dell'iride. La testa è più larga che lunga, quasi sempre depressa longitudinalmente sul vertice in due fossette. Ai lati sporgono molto gli occhi reticolati; inoltre tutti gli individui alati hanno tre occhi accessori. Il becco sorge dall'estremità posteriore del capo; talvolta è brevissimo, ma qualche volta è più lungo del corpo, e quando non funziona si ripiega sulla gola. Appena entra in attività si pone ad angolo retto sul corpo, e muove nel suo interno tre setole alternatamente in su e in giù. A poche specie mancano le appendici particolari sul lato del dorso, nel sesto segmento, più brevi e più lunghe, dirette all'insù, e dette «tubi di miele» perché secernono un liquido dolce. Oltre queste appendici, sporge spesso una codicina che appare veramente libera soltanto a mute terminate, e forma il più importante carattere distintivo tra la larva e l'insetto privo di ali. Delle ali, che allo stato di riposo velano ed oltrepassano l'addome, le anteriori sono più grandi delle posteriori. In primavera, con temperatura favorevole, nascono da uova spesso deposte in nidi lanosi, fra le sconnessure della corteccia, delle femmine, prive di ali, che soggiacciono a quattro mute, di esse l'ultima soltanto porta una variazione per la presenza della codicina, e per i colori più decisi. Il crescere di queste bestiole è favorito dall'abbondante succo delle piante sulle quali vivono e dall'atmosfera, se è calda, afosa, umida e tranquilla. In tali condizioni lo sviluppo può essere compiuto in 10 o 12 giorni. In alcuni casi gli Afidi che vivono sugli alberi svernano come larve o come insetti perfetti fuori dell'uovo. L'Afide adulto privo di ali, non ha bisogno di accoppiamento, non emette uova, ma partorisce figli vivi. La piccola larva nasce con membra ripiegate, la parte posteriore in avanti, sul luogo abitato dalla madre. La neonata si mette a sua volta a succhiare, cresce rapidamente, subisce quattro mute, e, adulta, partorisce anch'essa figli vivi. Si suppone che ogni femmina partorisca in media da 30 a 40 piccoli, prima di morire.Di conseguenza, essendo questi Afidi piuttosto pigri per natura, e inoltre privi di ali, arriva il momento in cui sullo stesso luogo di nascita non c'è più posto, né è più sufficiente il nutrimento per tutti: ecco intervenire allora la natura con le sue infinite risorse. Quando infatti la colonia degli Afidi è molto numerosa prende un aspetto diverso e fra le nutrici, di solito prive di ali, si vedono circolare individui alati. Questi nacquero come larve prive di ali e ricevettero l'apparato locomotore affinché potessero fondare nuove colonie anche lontane dal luogo natìo. Partoriscono a loro volta figli vivi, che non sapranno mai volare insieme ad altri figli, cui le ali cresceranno gradatamente, come già avvenne per loro. Questo fenomeno si osserva subito dopo la prima muta. Un'altra modificazione essenziale avviene nell'ultima generazione dell'annata: nascono dei maschi insieme alle femmine, le quali non partoriscono figli vivi, ma dopo l'accoppiamento emettono uova. Non hanno mai ali. I maschi, più piccoli, più rari e spesso di colore diverso, muoiono subito dopo l'accoppiamento. La maggior parte degli Afidi secerne dalla pelle una polvere di colore diverso, della quale sono più o meno cosparsi. In alcuni questa secrezione forma come un manto lanoso, sotto il quale è appena lecito supporre che esista una creaturina. Inoltre, tutti secernono - quelli che vivono sugli alberi più di quelli che succhiano le erbe -, delle stille di miele che escono dall'addome; queste sono probabilmente i loro escrementi, i quali vengono a loro volta succhiati da una quantità di altri insetti e da certe formiche. Tra gli insetti che si nutrono esclusivamente degli Afidi, almeno nello stato larvale, abbiamo già imparato a conoscere le coccinelle, i sirfi, le crisope; poi vengono una serie di icneumonidi minutissimi, e, fra gli uccelli, i numerosi insettivori. Gli Afidi appaiono spesso in sciami, e in fitti stuoli. Su quasi tutte le piante incontriamo l'Afide omonimo: troviamo infatti sul tiglio l'Aphis tiliae, sul viburno l'A. viburni, sul melo l'A. mali di Fabricius, sui sorbi l'A. sorbi, sul ceraso l'A. cerasi e così via, per terminare con l'Afide Verde della Rosa, A. rosae, di cui quasi ogni rosaio può presentare un'immagine. I Chermes (Chermes) si distinguono per antenne brevi a 5 articoli, assenza di canali per il succo e solo tre vene ramificate nelle ali anteriori, e una che si perde nelle ali posteriori. Frequentano di preferenza le conifere, ove producono bellissime galle. Il Chermes dell'Abete (Ch. abietis), allo stato privo di ali, è grosso come un granellino di rena; sverna protetto da un bianco manto lanoso alla base delle giovani gemme squamose degli abeti. Nella successiva primavera lo si trova con la proboscide profondamente immersa nelle gemme vegetanti, e serba questa posizione fino alla morte. Le punture dànno origine ad un grande dilatarsi del tessuto cellulare delle giovani gemme, che forma col tempo una escrescenza simile ad un ananas; nelle tre settimane successive il Chermes sopporta ripetute mute, giunge alla lunghezza di 2 mm., e comincia la sua opera di riproduzione. Le uova brevemente peduncolate vanno ammucchiandosi dietro la madre che le avvolge in una specie di lanugine: possono giungere sino al numero di 200, e le prime larve sono già sgusciate quando la madre muore nell'emettere le ultime uova. Esse vengono alla luce nella seconda metà di maggio, quando il giovane germoglio, con la sua appendice, è già uscito dalle squame che lo avvolgono. Allora le giovani larve lasciano la loro culla e si trasportano, attraverso le foglie rigonfie e fitte, all'estremità del germoglio, immergono il loro beccuccio nell'escrescenza in formazione, vi rimangono avvolte, e si trovano finalmente in spazi in forma di celle nell'interno della galla; in una di queste cavità si possono trovare fino a 20 individui. Sono più snelle della madre coperte di lanugine più breve, sono più mobili; fanno parecchie mute, prendono i rudimenti delle ali, diventano ninfe e rimangono allora piuttosto immobili, le zampe rattratte, fissate unicamente per il becco confitto nella parete interna della loro abitazione. Intanto le foglie aghiformi si sono seccate, cadono l'una dopo l'altra, e, dai fori regolari che risultano dalla loro assenza nella galla, fanno capolino a frotte le ninfe che cominciano a dare la scalata alle foglie vicine. Vi si aggrappano saldamente, e pochi minuti dopo fanno l'ultima muta, prendendo così l'aspetto di Chermes alati, vicini gli uni agli altri. Non tardano però a sparpagliarsi e di lì a poco si trovano in atteggiamento perfettamente naturale, ma morti, con sotto il corpo un mucchietto di circa 20 uova. I chermes dell'abete si sviluppano senza maschi in due generazioni; la medesima osservazione venne fatta in altri congeneri. I Pemfigi (Pemphigus) si avvolgono in una lunga lanugine, che secernono di nuovo dopo ogni muta. Fra i più comuni troviamo il P. bursarius, che sta sui pioppi, e vi forma i nodi a spirale ben conosciuti sui picciuoli di parecchie specie. La femmina è priva di ali, piatta di sotto, molto convessa di sopra; sul fondo nero è coperta di lanugine breve, bianca; le antenne presentano soltanto quattro articoli. Mancano i canaletti del succo e la codicina. I membri alati della colonia provengono da larve verdi, appena impolverate; hanno un fondo nero-verdiccio, antenne anellate in forma di vite sopra due brevi articoli basali. Appena svernati, in maggio, si collocano sul picciuolo delle foglie; ne risulta prima una enfiagione con attorno una specie di cordone, in mezzo al quale l'animale si trova come in una fossa, i cui margini, con l'andar del tempo, lo ricopriranno. Là si forma una colonia composta quasi esclusivamente di alati, che escono in autunno. Simile all'afide precedente è la Tetraneura dell'Olmo (Tetraneura ulmi). Questa specie vive in galle dapprima di colore rosso, che si trovano sulla faccia superiore delle foglie dell'olmo. Non bisogna però confondere queste galle con le escrescenze a forma di vescica che occupano quasi tutta la foglia, le quali pendono come sacchetti della grandezza di una nocciuola e anche molto più grosse. Questi provengono dalla Schizoneura lanuginosa. Gli individui, privi di ali, lunghi 2 mm., coprono il loro colore nero fondamentale con un pelo lanoso bianco-azzurrino, ed hanno alle antenne solo quattro brevi articoli. Tra i più grandi e tozzi parassiti delle piante troviamo i Lacni (Lachnus), che hanno antenne a sei articoli e ghiandole bitorzolute al posto dei tubetti per il succo. Delle 18 specie conosciute in Germania, il Lacno Punteggiato (L. punctatus), dal corpo cinerino, le zampe brune, dall'addome con quattro serie di punti neri vellutati e dalla base dei femori giallognola, si trova spesso sui rampolli dei salici, lungo le sponde dei fiumi. Il Lacno della Quercia (L. quercus) misura circa 6 mm. nella sua forma non alata, ed il suo becco è tre volte più lungo; è bruno lucido, con antenne, il cui ultimo articolo oltrepassa in lunghezza il precedente, in continuo movimento tasteggiante. Gli individui alati, più corti di un millimetro, sono neri e villosi, e si riconoscono per la macchia cornea lineare. Per l'accoppiamento i maschi passano parecchie settimane sul dorso della femmina e lo effettuano a più riprese, fin quando, indeboliti e spossati, finiscono con il morire. PSILLIDIAlla quarta famiglia appartengono degli emitteri molto simili nell'abito ai precedenti, ma con apparato boccale distinto, poiché essi presentano il becco caratteristico dell'ordine, ma non possono mordere; i due sessi degli Psillidi inoltre hanno le ali e le zampe posteriori atte al salto.Sul cranio hanno tre occhi accessori, distanti l'uno dall'altro; due articoli ai tarsi e lobi prensili fra gli uncini distinguono le zampe mediocremente lunghe. L'abitudine al salto non permette di confondere questi insetti con i precedenti, e le antenne più lunghe li distinguono dalle seguenti cicale. Anche questi insetti succhiano le piante, e le loro larve, che hanno zampe più brevi ancora e antenne inarticolate, producono spesso particolari deformità nelle parti che costituiscono i fiori delle piante che abitano. I generi più diffusi sono il genere Livia e Psylla. Il genere Livia non raggiunge con le sue antenne, il cui grosso articolo basale è grande, come i seguenti riuniti, la lunghezza del corpo, e presenta occhi piatti. La Livia dei Giunchi (L. juncorum), è lunga 2 mm., bruna, con il capo ed il torace giallo-ruggine; questo animaletto, con antenne bianche nel centro e nere all'estremità, vive nei fiori del giunco articolato (Juncus articulatus o Lamprocarpus). Il genere Psylla è riconoscibile per le antenne setolose lunghe quanto il corpo, per gli occhi reticolati, tondi, sporgenti, e per le chiare ali anteriori, membranose, alquanto più fitte perciò delle posteriori. La Psilla della Ginestra (Ps. genistae), che rappresenta il suo genere, ha sul davanti della testa due bitorzoli, strie brunastre negli spazi delle ali, ed il corpo di un chiaro color verde. La Psilla del Pero (Ps. pyri) insudicia con i suoi escrementi il peduncolo delle foglie ed i rami della pianta omonima, con un succo attaccaticcio, molto ricercato dalle formiche; la Psilla del Melo (Ps. mali) si trova in autunno sulle foglie dei meli già ingiallite. Allo stato larvale sugge i peduncoli dei fiori e le gemme. CICADELLINELa serie della quinta famiglia degli emitteri consta degli Stridenti, o Cicale (Cicadina). Le specie più piccole, veramente minutissime, sono distinte dalle altre sotto il nome di Cicadelline (Cicadellina) e presentano, come caratteri, la testa sporgente libera, con il cranio in su e la fronte larga e prominente posta davanti agli occhi, antenne a due articoli, più la spazzola terminale e due occhi accessori, che talvolta possono mancare. Il primo segmento toracico, generalmente semplice, si stende, dietro, soltanto sino allo scudetto del secondo, e lo lascia scoperto. Completano i caratteri di questi animaletti ali anteriori coriacee, zampe posteriori delle tibie allungate, atte a saltare. Nessuno tra di essi merita il nome, di «stridente», poiché tutti passano in silenzio la loro breve vita. Le Tiflocibe (Typhlocyba), o Cieche, chiamate così perché mancano loro gli occhi accessori, sono fra le più eleganti per la forma e il disegno, e non sono lunghe oltre i 2 mm. Il loro corpo esile e stretto è conicamente puntuto dall'avanti all'indietro, il cranio elevato e tondeggiante, la fronte leggermente convessa si fonde nelle regioni vicine. Le ali anteriori sono delicatissime, e le lunghe tibie posteriori sono molto spinose. Molte specie possono esistere in grande quantità sopra una pianta, come accade per i rosai sui quali si trova la Tiflociba della Rosa (T. rosae); basta scuotere un arboscello per vedere queste bestiole scendere e svolazzare intorno, e posarsi subito di nuovo. La femmina ha un ovopositore visibile all'estremità dell'addome, che conficca nel legno tenero nel quale depone le uova, che poi faranno gonfiare la parte. Le larvette vi rimangono nascoste, si nutrono dei succhi che colano e dopo parecchie mute si trasformano in ninfe; nel frattempo compaiono i rudimenti delle ali, e soltanto dopo aver raggiunto il loro perfetto sviluppo, l'insetto è pronto. Le Tettigonie (Tettigonia) si notano per la fronte sporgente come una vescica, antenne a spazzola spesso lunghe quanto la metà del corpo, ed anche posteriori rientranti trasversalmente, le cui tibie sono a tre spigoli e molto spinose, come le elitre strette e lunghe che dànno al corpo una circonferenza più cilindrica; esse hanno, come tutte le seguenti, occhi accessori. Si conoscono più di 400 specie le quali, escluse poche eccezioni, abitano l'America meridionale. Sul giovane arancio o sul petalo del fiore della passione si vede la Tettigonia quadripunctata; ha le zampe brune o nere, elitre di un turchino-nero, addome nero e rosso mattone ai margini laterali e sulla punta. Ugualmente neri appaiono il petto, il protorace e la testa; presenta una grande macchia alla sommità del cranio, due macchie alla sua base, due uguali davanti alla fronte ed altre sul protorace. La Tettigonia Verde (T. viridis), è lunga 8 mm., ha il corpo giallo, con una lieve sfumatura verde-porro sul protorace e sulle elitre; è adorna sul cranio di due o quattro puntini neri. La Ledra Orecchiuta (Ledra aurita) presenta un aspetto singolare a causa dei due margini rialzati del protorace; la testa si allarga in un disco e sporge orizzontalmente. Le elitre grigio-verdi, con sfumatura scura, sono percorse da una rete di vene. Molte specie affini esistono in Asia ed in Nuova Olanda. Il modo di vivere della sua larva rende interessante osservare l'Afrofora Spumaria (Aphrophora spumaria); infatti è proprio questa larva che produce la così detta «saliva del cuculo» sopra alcune pianticelle dei prati (tragopogon pratense, e lychnis flos cuculi). Nell'autunno, mediante il suo lungo ovopositore, nascosto in una piega del ventre, la femmina depone le uova tra le fessure della corteccia; dall'uovo sguscia nella successiva primavera una larva verde, aguzza dietro, piatta sul ventre, che si nutre pungendo la pianta nutrice. Il succo della medesima, attraversato il corpo della larva, non si presenta, come nei gorgoglioni, sotto forma di stillette appiccicaticce che adescano altri insetti, ma come una spuma bianca, simile a quella prodotta dal sapone o dalla saliva, e destinata a tener lontani altri insetti o animali con intenzioni ostili; la larva ne è completamente avvolta. Se molte di esse si trovano l'una accanto all'altra sopra qualche vecchio salice, le numerose bollicine di schiuma si uniscono insieme, gocciolano giù, e i salici «piangono». Soltanto quando la larva, dopo molte mute, è diventata un insetto perfetto, esce dal suo involucro, che si dissecca e sparisce, e comincia a spaziare sui cespugli e sui prati vicini. Nelle Cercopidi (Cercopis) la fronte rigonfia si protende sul margine anteriore del cranio che ne rimane accorciato e nasconde in una fossetta gli occhi accessori. Il protorace, distinto davanti da due depressioni, presenta soltanto sei angoli, perché non si prolunga in uno scudetto angoloso. A causa delle elitre piuttosto larghe e variegate, l'insetto sembra più tozzo degli altri già incontrati. La Cercopide Fasciata (C. bivittata) è nero-lucida, con fasce trasversali bianche sopra ogni ala, e si può trovare a Giava. Da noi ed in Germania si trova molto simile la Cercopide Sanguinolenta (C. sanguinolenta), così chiamata per le macchie color sangue che coprono la base delle elitre.MEMBRACIAltre specie, in media non più grandi delle precedenti, ma più uniformi nel colore verde o più scuro del corpo, sono riunite nella sesta famiglia quella cioè dei Membraci (Membracina), o Cicale Gobbe; questo nome viene dato loro perché il protorace ricopre nei più svariati modi il resto del corpo, e, mediante escrescenze ed appendici, spesso della forma più strana, si presenta come la parte del corpo più sviluppata. Nella testa cessa la distinzione tra la fronte ed il cranio, si nota la presenza di due ocelli tra gli occhi reticolati, e di antenne brevissime che si nascondono sotto il margine frontale. Spesso le ali anteriori membranose rimangono sottili e trasparenti come le posteriori; vi sono inoltre rigonfiamenti del protorace che rendono perfettamente invisibili non solo il mesotorace, ma anche le ali e l'addome. Le anche mediane, piuttosto brevi, sono vicine, le posteriori sono collocate trasversalmente. I Membraci saltano, ma non stridono; simili ai precedenti, si diffondono quasi esclusivamente in America meridionale. Il Centroto Cornuto (Centrotus cornutus), nero opaco, con lanugine serica, bianca, appartiene all'unico genere esistente. Il suo protorace, terminante sopra ogni spalla in un breve corno, si prolunga in un'appendice cornea sino all'estremità dell'addome, in modo che, passando sopra il margine interno delle ali, visto di profilo, presenta due trasparenze; le ali sono torbide e trasparenti. Le lunghe tibie triangolari, dentate sui margini, sono proprie di questa specie. Il prolungamento del protorace, passando al di sopra dello scudetto, non nasconde né questo, né la base delle elitre; le larve variegate portano brevi spine sul dorso del corpo. Negli Eteronoti (Heteronotus) dell'America meridionale, il protorace si prolunga dietro in forma di cilindro che può essere cavo, o gonfio come una vescica sul dorso, producendo una delle forme più strane. L'Heteronotus reticulatus ha rigonfia la parte mediana del protorace, punteggiato a forma reticolata, nodoso all'estremità, e terminante in tre punte spinose. Davanti presenta cinque strie longitudinali, le cui mediane, prolungandosi fino alla testa, vi si riuniscono. Nell'Hypsauchenia balista le estremità anteriore e posteriore del protorace, molto depresso, si avvicinano, simili ad un serpente che vuol mordersi la coda. I Membraci dell'America meridionale (Membracis) di solito elevano il loro protorace a spigolo, quasi tagliente, e sembrano perciò molto piatti sui lati. Esso è percorso da fasce bianche, gialle o rosse; hanno le tibie anteriori ellitticamente allargate e le posteriori armate di robuste spine. In questo genere incontriamo poi il Membrace Elevato (M. elevata), con il capo a forma di elmo, il Membrace Cruento (M. cruenta), l'Emittica Punteggiata (Emipthycha punctata), bruna, che nasconde sotto il protorace cornuto i margini interni delle ali anteriori torbide, rigate di bruno; la Embonia ha i piedi posteriori brevissimi ed una spina che s'innalza al centro del protorace. Vi sono poi numerosi generi nei quali il protorace ricopre del tutto le ali anteriori.FOLGORE o LANTERNAIESe il protorace ha una parte importante nei membraci, nelle specie seguenti, che appartengono alla settima famiglia, e portano il nome di Folgore o Lanternaie (Fulgorina), questa parte spetta alla testa; essa determina la forma del corpo di un gran numero di specie, anche se non è mai una lanterna che spanda luce, come un tempo si credeva. A tale riguardo non si capisce bene perché sia stato conservato loro questo nome, visto che non spandono luce da nessuna parte del corpo. La struttura del capo, la cui esagerazione non si riproduce in tutte le Lanternaie, le distingue dalle altre cicale, perché tutte le sue parti sono divise l'una dall'altra da forti liste; dove nessuna deformità speciale cancella questo carattere fondamentale, prende un aspetto angoloso. Accanto ad ognuno dei piccoli occhi reticolati si trovano, in dentro, un occhio accessorio, che talora però manca del tutto e al di sotto le piccole antenne poco visibili. Le ali anteriori, nelle une sottili come le posteriori, in altre più coriacee, ed in altre ancora più dure e variopinte, sono munite sempre alla loro base di una squametta che manca in quasi tutti i membraci. Molte Lanternaie secernono dagli anelli dell'addome una materia di un bianco niveo, simile a cera, che ricopre l'addome come una brina, oppure, se è molto abbondante, forma all'estremità di sottili peduncoli una specie di ciuffo terminale, che si rinnova dopo strappato, come nei gorgoglioni. Le Lanternaie appartengono per la maggior parte ai Paesi tropicali, e sono rappresentate in Europa da pochissime specie. A queste appartiene il Cissio Nervoso (Cixius nervosus), lungo 7 mm., con i margini del capo gialli, e le ali trasparenti macchiettate e punteggiate di bruno. I suoi caratteri sono il cranio con occhi accessori, la fronte romboidale, molto listata, smezzata da una lista longitudinale, le antenne sporgenti come un bottoncino sotto gli occhi; il protorace si distingue per la forma romboidale. La Lanternaia d'Europa (Pseudophana europaea) lunga 8 mm., verde erba, con le ali trasparenti percorse da venature verdi, ha la testa conica, protesa, con il cranio listato, attraversato da una scanalatura, e la fronte ugualmente listata percorsa da tre scanalature. La Lanternaia d'Europa si trova nelle praterie asciutte, specialmente in quelle dove abbonda il millefoglie. Il genere Folgore racchiude le forme più imponenti e perfette, ed è rappresentato dalla Lanternaia della Cina (F. candelaria) che ha il capo a forma di sciabola. La Lanternaia di Surinam (F. lanternaria) colpisce per la sua formidabile clava; l'animale, di 7 cm., giallo-verdiccio, è adorno di disegni neri, e presenta nell'angolo esterno tondeggiante dell'ala posteriore quasi bilobata, un bello e grande ocello. L'addome è abbondantemente rivestito di secrezioni di un bianco gesso. La facoltà di emettere luce di questa specie è stata messa in discussione da molti studiosi, senza tuttavia venire in chiaro di nulla.CICALE STRIDULANTILe Cicale Stridulanti, appartenenti all'ottava famiglia, giustificano finalmente, almeno in parte, il nome loro attribuito, poiché i loro maschi producono suoni che, sia pure come canto, stridìo o sussurro, possono essere percepiti. Ogni specie di cicale canta a suo modo e mette in funzione il suo strumento. Tutto il ventre è inserito nella sua parte basale fra due grandi squame coriacee, che sono saldate, senza articolazione, sull'ultimo paio di zampe del torace. Ognuna di esse copre una grande apertura circolare del primo articolo addominale, chiuso in fondo da una tenera pelle di tamburo. Sopra la parte esterna di ogni anello sta collocato un telaio corneo, talvolta saldato a più riprese con le parti interne, e teso da una membrana più solida, piegata longitudinalmente. Questo apparato è protetto esternamente dalle ali laterali del segmento trilobato del dorso. Alla base di queste squame, nascosta tra i femori posteriori rientranti, si trova lo stimma, a forma di fessura longitudinale, munito di lunghe ciglia. Le fasce ovali stanno attaccate sul rigido margine chitinoso; i margini interni si muovono, per la compressione dell'aria, in oscillazioni vibranti; questo stimma, trasformato in fessura vocale, sta appunto di faccia alle cavità del tamburo con le spaziose membrane piegate. L'aria inspirata ed espirata mette in moto i fasci vocali, la membrana a conchiglia del telaio e la pelle di tamburo in fondo alla grande cavità, aumentando i suoni. Anche nei ditteri abbiamo già veduto il così detto segmento ronzante, che presenta una disposizione del tutto analoga. Le femmine non hanno bisogno dell'apparato sonoro: ad esse basta udire i suoni del maschio, anche se non si sa ancora come possano farlo. Delle quattro ali, che si stendono a tetto sull'addome conico, le anteriori sono più lunghe delle posteriori, vitree e prive di peli, o colorate e villose. La venatura si stende ramificata sopra la loro superficie. Il femore anteriore è grosso, armato al di sotto di alcuni denti, come nel le larve tozze e lisce, dalla dura pelle. Questi femori servono per scavare nella terra, dove alcune larve passano tutta la loro vita, che dura alcuni anni, altre vi scendono già in età matura, ed altre ancora durante l'inverno, che passano succhiando le radici delle piante legnose. Le Cicale sono timide e tarde, si muovono con qualche energia soltanto quando il sole cocente del mezzogiorno le riscalda. Piantano il loro becco nei giovani rampolli degli alberi succhiandone la linfa. In modo analogo le femmine immergono fino al midollo il loro ovopositore, nascosto in una fessura longitudinale del ventre, e depongono le uova. Le larve sgusciate non tardano ad abbandonare il loro luogo di nascita, e si mettono a succhiare vigorosamente gli alberi. Si conoscono da 400 a 500 specie, di cui 18 appartengono al sud dell'Europa. Il genere Cicada è suddiviso in numerosi sottogeneri. La Cicala Magnifica (C. speciosa), è un maestoso animale nero, con una piccola macchia davanti ed una fascia dietro al protorace, gialle come il dorso ed i fianchi del quinto e del settimo articolo addominale. Le liste del mesotorace, il margine esterno e la venatura delle ali anteriori sono rosso-sangue, mentre il margine posteriore è bianco come tutto l'orlo delle ali posteriori. Questo insetto abita le isole della Sonda, ed in società con i compagni produce un suono assordante. La Cicala della Manna (C. orni) è specie europea, e abita di preferenza il frassino della manna. Dalle ferite che arreca a questa pianta per alimentarsene scorre la manna, materia zuccherina, che si può trovare anche in altre specie di frassini ed in altre piante. Per quanto la manna migliore si ottenga appunto dalle punture della cicala, la maggior quantità di essa si ottiene artificialmente, facendo in estate delle incisioni orizzontali nella corteccia. La Cicala della Manna ha il corpo bruno macchiettato di giallo e coperto di peli bianchi. Ha inoltre undici punti bruni sopra ognuna delle trasparenti ali anteriori. Il maschio, accingendosi a cantare, solleva un poco l'addome, per lasciarlo ricadere subito dopo, e ripete questo movimento sempre più velocemente fino a che il suono passa ad un numero di vibrazioni che lo fanno diventare canto. Quattro specie molto simili sono la C. haematodes, la C. plebeja, la C. atra o concinna e la C. montana. L'America abbonda di specie affini, ma in parte più grandi, particolarmente numerose in Brasile.NOTONETTEIn antitesi con il lato poetico degli animali dei quali abbiamo fino ad ora parlato, questa IX famiglia ci presenta quegli emitteri che trascorrono tutta la loro vita nelle buche fangose delle pozze e degli stagni: gli Idrocori (Hydrocores). Essi si avvicinano agli stridulanti per le antenne brevi a tre o quattro articoli, nascoste sotto gli occhi, ma se ne allontanano per le ali disuguali, piattamente stese sul dorso, e per l'origine del becco che proviene non dalla base, ma dal sommo del capo; la vita di questi insetti è una vita di rapina. Gli Idrocori abitano di solito le acque stagnanti dei due emisferi e non presentano particolari differenze di forma o di colore in rapporto al grado di temperatura; nelle zone tropicali, tutt'al più, hanno dimensioni più notevoli di quelli delle zone temperate. Le larve, sgusciate dalle uova in primavera, giungono, dopo parecchie mute, allo sviluppo perfetto in autunno, nutrendosi dei più minuti e numerosi abitatori degli stagni, che succhiano, dopo averli trafitti. Nascosti nel fango della loro abitazione, dormono tutto l'inverno, per riprodursi l'anno seguente. Le Notonette hanno il capo grande e largo obliquamente abbassato, senza occhi accessori, con fronte largamente tondeggiante, becco grosso e breve che giunge alla metà del petto, zampe posteriori più o meno largamente depresse; esse sono cigliate alla tibia ed al tarso, da uno o da due lati, ed hanno il corpo allungato e piatto. Nuotano tutte a meraviglia, grazie ai loro piedi fatti come remi. La Corissa di Geoffrey (Corixa geoffreyi), lunga 11 mm., nero-verde, ha il protorace variegato da almeno 15 sottili linee gialle, ondulate, e da spruzzi dello stesso colore sulle elitre; il fondo giallo del ventre è macchiettato di nero sul petto e sui fianchi. Questa specie si distingue da molte altre, abbastanza simili, perché ha la parte anteriore del piede a forma di coltello. Le femmine depongono le loro uova in primavera, appiccicandole alle piante acquatiche. La lunghezza preponderante, e l'ingrossamento conico del terzo e penultimo articolo delle antenne, il piede anteriore con un articolo, molto setoloso e depresso, ma soprattutto uno scudetto impercettibile, ricoperto dal protorace, sono i caratteri più rilevanti del genere Corixa. La Notonetta (Notonecta glauca) è un insetto che, nuotando, sembra una barchetta: alza il petto giallo e piatto, con il dorso carenato di sotto, e si muove nell'acqua grazie alle robuste ed elastiche zampe posteriori. Messa sulla terra asciutta, questa bestiola fa movimenti quasi ridicoli e tenta in ogni modo di raggiungere il suo elemento naturale. Il suo ventre è coperto di fitti peli nei quali si imprigiona l'aria indispensabile per respirare; terminata la provvista, l'animale sale in superficie per rinnovarla. Sul dorso giallo-verdiccio spicca il grande scudetto triangolare con il suo vellutato color nero. Le quattro zampe posteriori, uguali fra loro, hanno in apparenza due soli articoli ai tarsi, con due uncini; ad un più attento esame, si scopre di sotto un terzo piccolo articolo basale; il secondo e l'ultimo articolo dei tarsi delle zampe posteriori terminano senza uncini. All'inizio della primavera la femmina depone le uova ovali, giallo-chiare, alla base di qualche pianta acquatica, o sul dorso, attaccandole l'una all'altra in forma di disco. Dopo dieci giorni si vedono dei punti rosso-vivi all'estremità dell'uovo. Alcuni giorni più tardi sgusciano le larvette che fanno la muta tre volte, e ricevono alfine rudimenti di ali; con la quarta muta l'insetto raggiunge il suo completo sviluppo, passa l'inverno irrigidito nella melma, e solo con la buona stagione ricomincia il suo ciclo vitale. Una specie molto simile, chiamata dai messicani «Mosquitos» viene fatta seccare per farne cibo per gli uccelli; anche con le uova si fanno delle ciambelle, dette «hautle», che hanno sapore di pesce. Questa X famiglia, detta delle Nepe, ha il capo stretto e piccolo, con il paio di zampe anteriori trasformato in zampe da preda; ad essa appartengono, fra gli altri, due generi che hanno come rappresentanti la Naucoride Cimicoide (Naucoris cimicoides) e la Nepa Cinerina (Nepa cinerea).La prima è un insetto lungo 10-12 mm., di forma ovale ma depressa, che si aggira fra le piante acquatiche. Ha il dorso bruno-verdiccio lucente, poco convesso, più scuro sullo scudetto e sulle elitre. Le brevi tibie anteriori, terminanti in un articolo dei tarsi uncinato, si ripiegano sul femore grosso e villoso, e servono al predone per ghermire la preda. La testa è poco meno larga del protorace, non porta occhi accessori, e presenta, sotto gli occhi reticolati nascosti in una fossetta, le antenne a quattro articoli. La femmina, dopo essersi accoppiata, depone in primavera le uova, di forma schiacciata, sopra una pianta acquatica. Dopo la terza muta le larve ricevono le guaine delle ali. Un genere affine, Belostoma, presenta nel B. grandis il gigante dell'ordine intero, lungo dieci centimetri con due appendici a lancetta all'estremità del suo corpo. La Nepa Cinerina (Nepa cinerea) abita di solito il fondo delle pozzanghere; le sue antenne constano di tre articoli, di uno solo i tarsi, e le zampe da rapace sono armate di un unico uncino. Tutto il corpo, piatto e depresso, è nero-bruno, ad eccezione della parte dorsale dell'addome rosso-carminio. I due tubetti collocati alla estremità addominale servono ad aspirare l'aria e la bestiola si sporge con essi, di conseguenza, al di sopra della superficie dell'acqua. La femmina depone le sue uova, munite all'estremità di sette appendici raggiate, sulle piante acquatiche; le larve che ne sgusciano hanno anch'esse un tubetto respiratorio, meno lungo di quello dell'insetto perfetto. Altro genere simile è quello delle Ranatre rappresentato dalla Ranatra linearis. IDRODROMICILa famiglia degli Idrodromici (Ploteres, Hydrodromici) è l'XI e forma il passaggio naturale fra le notonette e le cimici. Vivono come le prime non dentro, ma sulla superficie dell'acqua, ed assomigliano ad allegri sciami di sciatori acquatici, che volteggino con eleganza sulla liquida superficie. Questi animali già allo stato larvale si servono delle ali; vivono sia nelle acque ferme che in quelle correnti, purché tranquille, e gli Ilobati (Hylobates) si aggirano perfino sui mari tropicali. Divorano altri insetti, abbrancando la preda con le zampe anteriori. Il corpo allungato, stretto, non depresso, è coperto di un fitto pelo vellutato che dà generalmente alla parte inferiore un vivo riflesso d'argento o di ottone. Mancano le ali, e le elitre spesso sono accorciate o assenti. Le femmine depongono le uova su piante acquatiche e le avvolgono in una specie di tessuto. Il Limnobate degli Stagni (Limnobates stagnorum) ha il capo lungo, allargato a clava sul davanti, con gli occhi reticolati sporgenti che si avanzano quasi fino al centro, il becco poco proteso. Questo animaletto, lungo 12 mm., è nudo, bruno-nero, meno la base della testa e il protorace rosso-ruggine e le zampe giallo-brunicce. Sulle elitre si alternano costole longitudinali e solchi più chiari. Questi insetti si trovano dappertutto in Europa. Del genere Hydrometra, o Gerris, cioè delle Idrometre, vivono in Europa dodici specie. Esse hanno zampe anteriori abbreviate, protorace grande, addome stretto, piatto al di sopra e convesso al di sotto. Le antenne sono formate da quattro articoli simili a verghe, come sono quattro gii articoli dell'astuccio del becco; questi sono visibili perché il clipeo, libero, si adagia sul suo inizio e lo ricopre per di dietro. Esistono due occhi accessori, le elitre sono del tutto coriacee e generalmente prolungate fino all'estremità del corpo, profondamente incavata, per ricevere le parti sessuali. Esse sono composte nel maschio di tre articoli, di due nella femmina. Le larve, a differenza degli individui adulti, hanno piedi ad un solo articolo, sono prive di ali, e non hanno uno sviluppo contemporaneo. Una delle specie più comuni da noi è l'Idrometra delle Paludi (H. paludum), riconoscibile dalle rughe trasversali della parte posteriore del protorace, nodosamente bernoccoluto davanti, e dalle due punte acute con le quali termina, nei due sessi, l'ultimo segmento addominale; nel maschio sono più lunghe che nella femmina. Nel genere delle Velie (Velia) gli occhi reticolati sporgenti si incontrano con il margine anteriore del protorace pentagonale; questo è ornato davanti di due fossette laterali con peli argentei, e ricopre all'indietro lo scudetto dorsale. Sul cranio del capo trilaterale mancano gli occhi accessori; le zampe brevi, di lunghezza quasi uguale, terminano in tre articoli dei tarsi, e l'addome compresso è rialzato sui lati. La Velia Corrente (V. currens) è giallo-arancio sul ventre; i soli angoli dei segmenti e l'estremità anale, quasi sferica, rimangono neri come le altre parti del corpo. I femori posteriori, molto grossi e armati di parecchi denti, servono a distinguere la femmina dal maschio. Questi eleganti insetti corrono a sbalzi, spesso a ritroso della debole corrente, e si trovano in tutta l'Europa.SALDIDELe Salde, o Riparii (Riparii, Saldidae), formano, insieme alle idrometre, il passaggio alle cimici terraiole, vivono solo vicino all'acqua, tanto sulle spiagge marine, quanto su quelle arenose ed umide delle acque interne. Corrono velocemente, grazie alle loro lunghe zampe posteriori, armate di pungiglioni, e spiccano salti che rendono problematica la loro cattura. Il genere Salda, il più ricco di specie, si distingue per il becco a tre articoli, tre occhi accessori, antenne a quattro articoli inserite nel mezzo, davanti al margine inferiore degli occhi reticolati. La testa sembra breve e larga a causa degli occhi sporgenti; tutto il corpo è ovale. La S. elegantula appartiene alla specie più piccola, è lunga 3 mm., nero-opaca, rivestita al di sopra di peli gialli aderenti, ha le zampe e gli anelli del secondo e quarto articolo delle antenne gialli; sulle elitre si osservano due punti bianchi, presso il margine giallo.REDUVIII Reduvii (Reduvini) hanno per carattere la testa ristretta a collo, dietro gli occhi sporgenti, ed il segmento del protorace, tondeggiante lateralmente, diviso da una strozzatura trasversale in una parte anteriore, di solito stretta, ed una posteriore allargata. Le antenne, a forma di staffile, constano di 4 articoli, ma il loro numero può salire anche da 5 a 8, ed in genere arriva anche a 30, a causa della divisione degli articoli principali; dietro una piega trasversale, il cranio, sopra un rialzo, porta occhi accessori. Il becco aguzzo, per lo più breve e composto di tre articoli, sorge liberamente dal corpo. Le zampe terminano con tre articoli a tarsi, l'ultimo dei quali è privo di lobi prensili; i posteriori si distinguono per una notevole lunghezza, ed hanno femori grossi, armati di pungiglioni. Malgrado queste lunghe zampe, tutti i Reduvii camminano a passi lenti e misurati e se ne vanno di notte in cerca di cibo; alcune specie esotiche sono avide del sangue caldo degli uomini e degli animali, come l'Arilo (Arilus serratus), diffuso in America, che produce una vera scossa elettrica con la sua puntura. Il Reduvio Mascherato (Reduvius personatus), nero-bruno, con le zampe rossicce coperte di peli scarsi, come le antenne, il protorace e quattro bitorzoli, si chiama anche Cimice del Letame, dimora abituale della sua larva; questa infatti vi si avvolge al punto di perdere ogni forma e sembrare così mascherata. Anche nel camminare è piuttosto curioso: posa un piede, si ferma, poi allunga l'altro, procedendo a sbalzi e muovendo in modo analogo le antenne. Se si presenta loro una mosca od un altro insetto, sia la larva che l'insetto perfetto si inoltrano a piccoli passi, palpeggiando la preda, le saltano addosso e vi immergono subito il becco. Questo insetto si trova, principalmente, nei luoghi sudici. Le altre specie appartenenti ai Reduvii concordano nel protorace privo di spine, per gli uncini non dentati alla base di tutti i piedi, adatti a camminare, e per la pianta del piede lunga e stretta, carnosa sulla faccia interna delle quattro punte delle tibie anteriori. Una bella specie è rappresentata dall'Harpactor cruentus, il cui corpo, lungo 16 mm., rosso-sangue, è adorno sul ventre di tre specie di punti neri, e, sul margine acuto e sporgente dell'addome, di una serie di macchie nere. Appartiene ad un genere ricchissimo di specie, che si distingue per larghi uncini dentati alla base di tutti i piedi, elitre villose nella metà anteriore, lateralmente oltrepassate dall'addome, femori posteriori ingrossati, e il capo con dietro un breve collo. Ha un pungiglione piuttosto acuto e le sue punture si fanno sentire. Le altre specie che abitano l'Europa sono più piccole, si aggirano fra l'erba e raramente fra i cespugli.MEMBRANACEINella XIV famiglia, quella dei Membranacei (Membranacei), è riunito un certo numero di piccolissimi emitteri, che hanno di solito il protorace, le elitre e l'addome cosparsi di prominenze ed appendici lobose, che dànno loro un aspetto veramente singolare. L'elegantissima Tingide (Tingis) si vede raramente a causa del suo corpo piccolo, lungo al massimo 4 mm. Ha per carattere della specie una prominenza callosa o vescicolare nel mezzo del protorace, che si prolunga all'indietro, ricoprendo lo scudetto ed allargandosi a foglia sui lati, come anche le elitre reticolate e gibbose. Le sottili antenne terminano con un nodo. La Tingide Affine (Tingis affinis) si trova nei terreni sabbiosi, sopra l'artemisia campestre o sulle radici, dove vive in società; si distingue per il colore bruno del corpo, i margini membranosi trasparenti e venati di bruno, le punte delle antenne più scure, ed una macchia a forma di stella al centro di ogni elitra. Ha in comune con la maggior parte degli affini i cinque lunghi aculei frontali. L'Arado (Aradus), poco più grande, molto piatto, rugoso sulla superficie scura, vive nascosto sotto la corteccia di alberi morti. La sua testa termina anteriormente in una punta ottusa, alla cui base sorgono le grosse antenne a quattro articoli. Sul protorace, ristretto sul davanti, si rialzano parecchie liste longitudinali, e si notano alcune costole piuttosto marcate, sulla parte coriacea delle elitre. Nell'Arado Comune (A. corticalis di Linneo) domina il colore nero, però la base delle elitre è bianco-gialla, lo scudetto e gli angoli degli articoli addominali sono di un giallo sudicio. E' una specie piuttosto comune le femmine sono sempre più grandi, e più larghe di corpo, dei maschi. La famigerata Cimice dei Letti (Cimex lectularius), era nota agli antichi greci sotto il nome di Koris, ed ai romani sotto quello di Cimex; però l'antico nome generico, applicato da Linneo a moltissime specie, è rimasto soltanto ad essa. Le sue caratteristiche consistono nel succhiare il sangue, nell'essere priva di ali, nel possedere antenne setolose e un becco, che si trova incastrato in una scanalatura della gola. Il corpo, molto piatto, lungo oltre 4 mm., è di un bruno-rosso chiaro e fittamente coperto di peli gialli. I piccoli lobi che si trovano ai lati dello scudetto si possono considerare come residui di elitre. La femmina emette in marzo, maggio, luglio e settembre, circa 60 uova bianche per volta. Sono allungate, cilindriche, deposte nelle più strette fessure delle camere da letto, dietro le tappezzerie, le pareti impiallate, tutti luoghi dove le cimici si tengono nascoste durante il giorno. I nati hanno bisogno di 11 settimane per diventare adulti ed essere perfettamente sviluppati. Tutti, almeno per sentito dire, conoscono la spiacevole abitudine di questi insetti di banchettare di notte a spese dei dormienti, e la possibilità che essi hanno, sentendo le emanazioni dei corpi, di calarsi anche dal soffitto, anzi di lasciarsi cadere, sulla propria vittima. Malgrado la loro avidità di sangue, possono sopportare lunghi digiuni. Lennis provò a chiudere una cimice in una scatola; dopo sei mesi, non solo la trovò ancora in vita, ma circondata da uno stuolo di rampolli che, come la madre avevano la trasparenza del vetro. La loro grande fecondità e la facilità con cui possono essere trasportate ne moltiplicano l'insidia e ne rendono più difficile la distruzione. Non si conosce con esattezza ancora il loro luogo di origine; si sa che greci e romani le conoscevano, anche se opinioni diverse le fanno credere originarie delle Indie Orientali. La Cimice Cigliata (Cimex ciliatus), secondo Eversmann, è una specie della Russia, lunga 3 mm., color argilla, con un addome trasversalmente rugoso.FITOCORIDITutte le piccole cimici che vivono d'estate fra le erbe ed i fiori, delicate e molli, molto mobili, con volo continuo e silenzioso, appartengono alla XV famiglia, quella delle Fitocoridi, dette comunemente anche Cimici di Prato (Phytocoridae, Capsini). Questi insetti, di colore verde chiaro, sono coperti spesso di eleganti e variopinti disegni. Sebbene si chiamino anche Cimici Cieche, hanno gli occhi reticolati; mancano però quelli accessori. Le antenne, setolose, raggiungono la lunghezza del corpo o la sorpassano, e terminano in due articoli sottili come capelli. Il becco ripiegato giunge alla estremità del petto. Lo scudetto, piccolo, triangolare, è sempre visibile. Le elitre coriacee, piuttosto molli, hanno una piega che scorre parallelamente al margine rivolto contro lo scudetto ed uno spazio speciale, a trapezio; la clava (clavus) è formata da essa, la parte rimanente forma un triangolo. Il cuoio (corium), sul cui lato più breve, diretto verso la punta, si trova un lobo, segnato da una piega più sottile, di colore speciale, ed il cono (cuneus), chiamato anche appendice, sono i caratteri distintivi della famiglia. La Calcoride (Calcoris striatellus) può dare un'idea della famiglia di cui parliamo. Appartiene al genere Phytocoris ed al gruppo Calcoris. Il corpo, color arancio o giallo-chiaro, è rivestito di un pelo bianchiccio, con disegni neri sul protorace e sulle elitre. Il cranio trilaterale, anteriormente puntuto, porta sul suo margine le antenne che sporgono da un grosso articolo basale. Nelle specie più ovali, brune, nere o rosse, sono caratteristici il secondo articolo ingrossato a forma di clava delle antenne ed il corpo rozzamente punteggiato (capsus).
LIGEILa maggior parte dei Ligei (Lygaeodes) vive sotto le pietre, sotto le foglie secche o sotto il muschio, ai piedi dei tronchi, ove si affanna ad aggirarsi in cerca di altri insetti morti, o vegetali da suggere; essi preferiscono la notte alla luce del giorno. Presentano una notevole durezza nel rivestimento del corpo, antenne filiformi, alquanto ingrossate sulla punta, inserite ai lati del capo triangolare; ad alcuni mancano gli ocelli, nel maggior numero sporgono distintamente, subito accanto agli occhi reticolati. A questo gruppo appartiene la Pirrocoride Aptera (Pyrrhocoris apterus), dal corpo rosso-sangue e nero, completamente priva di membrana alle elitre e di tutta l'ala posteriore. Un'altra specie, lunga tredici millimetri, è rappresentata dal Lygaeus equestris, che frequenta in numerosi stuoli la corteccia dei tronchi di quercia, e deve al suo bel colorito di far parte delle specie più leggiadre dell'intera famiglia. La superficie del suo dorso, lungamente ellittico ed opaco, è anch'essa rosso-sangue e nera, con le elitre nere orlate di bianco, che sono adorne di una macchietta centrale bianca.COREODIDi tutti gli emitteri nei quali la guaina del becco è fatta di quattro articoli e di cui lo scudetto non giunge alla metà dell'addome, i Coreodi (Coreodes) presentano la maggior varietà di forme, ed hanno per solo carattere comune le antenne a quattro articoli inserite sul margine del cranio. Hanno sempre due occhi accessori, e le elitre offrono molte vene rilevate, spesso biforcute. I due sessi si possono facilmente distinguere dalla forma dell'ultimo segmento ventrale, ingrossato nel maschio e coperto al di sotto da una valvola, mentre nella femmina è spaccato longitudinalmente. I principali caratteri di questa XVI famiglia sono certe dilatazioni fogliformi alle tibie posteriori, alcuni articoli delle antenne, il protorace cornuto o lobato, i femori posteriori esageratamente ingrossati e muniti di pungiglioni, ed i margini laterali dell'addome bruscamente rialzati ed oltrepassanti le elitre. In estate questi insetti abitano i cespugli e l'erba, sempre pronti a dare la caccia, e non amano troppo la luce del sole. Nel Syromastes (Coreus) marginatus, o Siromaste Marginato, la superficie rosso-grigia del corpo ha una fina punteggiatura nera, la parte dorsale dell'addome è rossa, e la membrana delle elitre riluce come bronzo. Questo insetto sverna allo stato perfetto e vive sui cespugli. La Verlusia Rombica (Verlusia rhombica, o Coreus quadratus di Fabricius), lunga circa 10 mm., ha l'addome quasi romboidale piattamente depresso e concavo, abita volentieri lungo i fossi, nei boschi di conifere, ed ama arrampicarsi, quando brilla il sole, sugli steli delle erbe od altre piante. Il Berito Tipulario (Berythus, o Neides tipularius), piuttosto snello, grigio-chiaro, più scuro sui margini esterni con cinque punti sulle elitre, poco assomiglia al siromaste. Questo elegante insetto si aggira fra i sambuchi ed altre piante basse, ed e piuttosto impacciato che aiutato dalle lunghe zampe filiformi; poiché è pigro, si lascia prendere facilmente. Fra le specie tropicali incontriamo il Diactor bilineatus (Ligaeus di Fabricius), che in italiano si potrebbe chiamare il «Messaggero dalle Due Linee»; il suo corpo, di un verde metallico, è riccamente ornato di disegni gialli; vive nell'America meridionale.SCUDATILa XVII famiglia (Scutati) è l'ultima degli Emitteri e degli insetti. Il maggior numero di essi ha una parte coriacea ed una membranosa, nelle elitre; in quelle elitre che hanno lo scudetto grandissimo la formazione cornea si limita al loro margine anteriore, non coperto dallo scudetto. Il contorno generale del corpo assomiglia ad una ellisse, o ad uno stemma, a causa dei lati sporgenti del protorace, irregolare ed esagono. Sul mesotorace, sempre grandissimo, si osserva lateralmente una grande piega carenata, accanto allo stimma, che indica il luogo ove sbocca il condotto della ghiandola che secerne l'odore particolare delle cimici. L'addome risulta composto di sei grandi segmenti, ai quali se ne aggiunge un settimo che rappresenta l'apparato sessuale, collocato in un incavo dell'ultimo. Si può distintamente riconoscere una faccia dorsale piatta da un'altra convessa, di sotto, munita talvolta di una piega longitudinale mediana, o di una carena notevole. Questa carena si prolunga dal secondo articolo verso il petto, passa oltre il primo, e spesso, con la sua estremità a forma di pugnale, giunge al margine posteriore della parte inferiore del protorace; le differenze sessuali si presentano come nei coreodi: una fessura longitudinale nella femmina, e, nel maschio, una specie di valvola laterale, terminata sopra e dietro da un uncino ricurvo, formante la guaina del pene. Gli Scudati abitano le piante basse, anche se i più grandi vivono pure sugli alberi. Svernano allo stato perfetto sotto le foglie secche. La femmina depone uova ovali, quasi sferiche, in primavera; in piccoli mucchi, l'uno accanto all'altro; le larvette, all'inizio quasi rotonde, crescendo, subiscono reiterate mute, durante le quali cambiano spesso di forma e di colore. Raggiungono in estate il loro completo sviluppo, nutrendosi in particolare dei succhi delle piante, senza tuttavia disprezzare il cibo animale. La Strachia Oleracea (Strachia oleracea), elegante insetto di 6 mm. di lunghezza, è accusata di danneggiare le giovani piante dei cavoli. Essa è distinta da un rigonfiamento trasversale del protorace sui margini rilevati, non dilatati dalla testa piccola triangolare, dalla mancanza della carena toracica e dalle numerose spine alle zampe. Fra gli Scudati troviamo l'Elia (Aelia acuminata), che si distingue per una speciale sveltezza, e per il capo conicamente aguzzo. La superficie del suo corpo, giallo-pallida intorbidata da punti depressi scuri è percorsa sul dorso da tre linee longitudinali biancastre. La Pentatoma (Pentatoma rufipes) si distingue invece per l'allargamento laterale dello scudetto; la faccia superiore del corpo con punti depressi neri è gialla o bruno-rossa, con riflesso bronzeo, la parte dorsale dell'addome nera lucente. Le antenne, le zampe, l'estremità dello scudetto sono più o meno rosso acceso. Questa specie comune vive sulle betulle, ma anche su altri arboscelli. Un altro abitante delle giovani betulle, con la carena toracica e ventrale ben visibile, piuttosto raro fra le cimici indigene, e che presenta sul petto sporgenze di ben diverse forme, è lo Acanthosoma dentatum. E' verde-giallo, esclusa l'estremità rossa del suo ventre. Questo insetto è diffuso in tutto il Continente europeo. Alcune specie di Emitteri dei Paesi caldi hanno lo scudetto che si stende fino alla punta dell'addome, e lascia scoperta ai lati una sola striscia delle elitre. Un modello del genere lo possiamo avere nella Tetira Ottentotta (Tetyra hottentotta), dal colore giallo, o nero-bruno, con o senza due macchiette laterali chiare alla base dello scudetto, longitudinalmente carenato nel mezzo. Alcune specie, di un bell'azzurro acciaio, con macchie gialle, più convesse sul dorso, e solcate in lunghezza sul ventre, appartengono al genere Scutellera e formano, per lo splendore esterno, l'ultima gemma della corona dell'ordine interno. Nel numeroso esercito degli insetti abbiano una discreta quantità di grande importanza. Essi ci hanno dato la prova della loro meravigliosa efficienza, della perfetta organizzazione raggiunta nel vivere in società regolarmente organizzate, con doveri e diritti ben precisi. Alcuni fra essi sono un notevole aiuto per l'uomo, come le api, i bachi da seta, anche se, in contrapposizione, ve ne sono molti dannosi, o ripugnanti e fastidiosi. Abbiamo potuto osservare che, indipendentemente dalla loro mole generalmente ridotta, possono provocare danni ingentissimi all'agricoltura e ai boschi, ai prati ed ai giardini, con la loro voracità eccezionale. Tuttavia, non ne esiste uno solo forse, che in qualche modo, magari in maniera infinitesimale, non abbia la sua parte di utilità. Il lato decorativo è naturalmente offerto dalle farfalle, a tutti generalmente note, e da tutti ammirate per lo splendore e la varietà dei loro colori, e per la facilità con la quale si possono incontrare. Questo mondo di insetti, in cui ci sarà probabilmente ancora molto da dire e da osservare, ci ha rivelato panoramicamente un settore della vita che si svolge sul nostro globo e che non sempre ci è dato di osservare con dettagliato interesse.Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino afanìtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti.ala.(s.f.), 1 organo del volo negli uccelli, pipistrelli e certi insetti. 2 ciascuna delle due superfici di sostentamento che sono a destra ed a sinistra dell'aeroplano. 3 ciascuna delle due estremità di uno schieramento. 4 nel calcio, o altri sports, giocatore che sta alla estrema destra o sinistra dell'attacco.Inglese wingFrancese (f.) aileTedesco (m.) Flügelanopluri.(s.m. pl.), insetti parassiti di mammiferi, (pidocchi).apione.(s.m.), genere di insetti, piccoli e nocivi alle colture.apterigoti.(s.m.pl.), piccoli insetti senza ali.assillo.(s.m.), 1 denominazione comune di vari insetti ditteri muniti di rostro col quale pungono altri animali. 2 preoccupazione, stimolo.Inglese horse-flyFrancese (m.) taonTedesco (f.) Stechfliegebaco.(s.m.; pl. -chi), larva di molti insetti, - da seta: larva vermiforme del bombice del gelso, che produce la seta.Inglese wormFrancese (m.) ver.Tedesco (m.) Wurmbilanciere.(s.m.), 1 in meccanica, asta ruotante intorno a un perno. 2 lunga asta usata dai funamboli per tenersi in equilibrio. 3 asta usata per trasportare pesi appesi alle estremità. 4 macchina per coniare monete o per stampare a colori. 5 galleggiante annesso alle piroghe con un sistema di pertiche per aumentarne la stabilità. 6 (pl.), specie di ali posteriori di alcuni insetti.Inglese equalizer.Francese (m.) culbuteur.Tedesco (m.) Schwinghebelblattari.(s.m. pl.), ordine di insetti cui appartengono le blatte.Francese (m.) blattides.Tedesco (pl.) Schabenbruco.(s.m., pl. -chi), larva degli insetti e spec. delle farfalle.Inglese caterpillar.Francese (f.) chenille.Tedesco (f.) Raupebrulicame.(s.m.), moltitudine d'insetti e anche di persone.Inglese swarming.Francese (m.) fourmillement.Tedesco (n.) Gewimmelcacatura.(s.f.), escremento degli insetti.Inglese excrementFrancese (f.) chiasseTedesco (m.) Dreckcentopiedi.(s.m.), classe di insetti neri miriapodi.Inglese centopedeFrancese (m.) mille-pattes.Tedesco (m.) Tausendfüßlercicindela.(s.f.), coleottero che si ciba di larve e di insetti.Francese (f.) cicindèle.Tedesco (m.) Sandkäfercocciniglia.(s.f.), nome comune di vari insetti della famiglia degli Emitteri, parassiti delle piante.Inglese cochinealFrancese (f.) cochenilleTedesco (f.) Schildlauscocciòla.(s.f.), enfiatura provocata da insetti.Inglese blisterFrancese (m.) boutonTedesco (n.) Bläschencoleòtteri.(s.m. pl.), insetti muniti di un paio di elitre dure e rigide che ricoprono, in stato di riposo, le vere ali membranose atte al volo.Inglese coleopteronFrancese Coléoptères (m./pl.)Tedesco Käfer (m.pl.)collèmboli.(s.m. pl.), in zool., famiglia di insetti minuscoli che vivono in terreni umidi.Francese (m./pl.) Collembolescorsaletto.(s.m.), 1 leggera corazza che si portava sotto le vesti. 2 in zool. parte del torace di alcuni insetti specie coleotteri.Inglese breastplateFrancese (m.) corseletTedesco (m.) Brustpanzercriocera.(s.f.), insetti dell'ordine dei coleotteri.Francese (m.) criocèrecrisomèlidi.(s.m. pl.), famiglia d'insetti dell'ordine dei coleotteri.Francese (m. pl.) Chrysomélidéscurculiònidi.(s.m. pl.), famiglia di insetti coleotteri.Francese (m. pl.) Curculionidésdermàtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti provvisti di pinza.Francese (m. pl.) Dermaptèresdionea.(s.f.), pianta carnivora le cui foglie si chiudono sugli insetti.Inglese Venus's flytrapFrancese (f.) dionéedisinfestare.(v. tr.), liberare da parassiti, insetti erbe nocive.Inglese to disinfestFrancese désinsectiserTedesco entwesendìtteri.(s.m. pl.), insetti con un solo paio di ali.Inglese dipteransFrancese (m. pl.) DiptèresTedesco Zweiflügler (pl.)efemèridi.(s.m. pl.), ordine di insetti dalla vita brevissima.Francese (m.) EphémèresTedesco (m. pl.) Ephemeridenemitteri.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti con apparato boccale atto a pungere e primo paio d'ali chitinizzate.Inglese HemipteraFrancese (m. pl.) HémittèresTedesco (pl.) Schnabelkerfeemolinfa.(s.f.), liquido presente nel corpo degli insetti.Francese (f.) hémolynpheTedesco (f.) Hämolynpheentomòfago.(agg.), in zool. dicesi di animali che si nutrono di insetti.Inglese entomophaganFrancese (m.) entomophageTedesco (n.) insektenfressendes Kerbtierentomofilìa.(s.f.), in bot. impollinazione a opera di insetti.Inglese entomophilyFrancese (f.) entomophilieTedesco (f.) Entomophilieentomòfilo.(agg.), dicesi di pianta la cui impollinazione avviene tramite insetti.Inglese entomophilousFrancese entomophileTedesco entomophilentomologìa.(s.f.), ramo della zoologia che studia gli insetti.Inglese entomologyFrancese (f.) entomologieTedesco (f.) Entomologieesàpodi.(s.m. pl.), in zool. classe di insetti provvisti di sei zampe.Francese (m./pl.) HéxapodesTedesco (pl.) Sechsfüßleresoschèletro.(s.m.), in zool. rivestimento duro, impregnato di sali calcarei, di insetti crostacei, molluschi.Francese (m.) exosqueleteeteròtteri.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti.fasmidi.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti mimetici.Francese (m.) PhasmidésTedesco (pl) Gesperstschreckenflorìcolo.(agg.), 1 della floricoltura. 2 detto di uccelli e insetti che si posano e vivono sui fiori.Francese floricoleTedesco Blumenzucht...galeruca.(s.f.), insetti del genere dei coleotteri.grilloblattoidei.(s.m. pl.), ordine di insetti.Francese (m. pl.) gryloblattidésimenòtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti a cui appartengono api, formiche, ecc.Inglese hymenopteransFrancese (m. pl.) hyménoptèresTedesco (m./pl.) Hautflüglerinsettario.(s.m.), luogo in cui si allevano insetti.Inglese insectariumFrancese (m.) insectariuminsetticida.(agg. e s.m.; pl.: - di), dicesi di sostanza chimica che uccide gli insetti.Inglese insecticidalFrancese insecticideTedesco insektentöteninsettìfugo.(agg. e s.m.; pl.: -ghi), in chim. dicesi di elemento atto ad allontanare gli insetti.Inglese insectifugeFrancese insectifugeTedesco insektenvetilgungsinsettìvoro.(agg. e s.m.), dicesi di animale che si nutre di insetti.Inglese insectivorousFrancese insectivoreTedesco insektenfressendinsetto.(s.m.), animale invertebrato con il corpo diviso in tre parti, generalmente alato.
Inglese insectFrancese (m.) insecteTedesco (n.) Insektisòtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti comprendente le termiti.Francese (m. pl.) isoptèresTedesco (m./pl.) termitenlepidòtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti, detti anche farfalle.Lepidotteri: diverse specie di farfalle
Inglese (pl)LepidopteraFrancese (m.pl.) lépidoptèresTedesco (m.pl.) Schmetterlingelepisma.(s.f.), genere di insetti tisanuri, con specie comuni nelle case.Inglese lepismidFrancese (m.) lépismeTedesco (n.) Silberfischchenlibèllula.(s.f.), nome di alcuni insetti, con corpo allungato e depresso e quattro ali trasparenti.Inglese dragonflyFrancese (f.) libelluleTedesco (f.) Libellelucano.(s.m.), genere di insetti coleotteri comprendente il cervo volante.lucèrtola.(s.f.), 1 piccolo rettile innocuo con quattro zampe e lunga coda ama i luoghi soleggiati e si nutre d'insetti e di vermi. 2 la pelle di tale animale usata in pelletteria.Inglese lizardFrancese (m.) lézardTedesco (f.) Eidechsemacròttero.(agg.), di insetti con ali lunghe.Inglese macroptherousTedesco großflügeligmallòfagi.(s.m. pl.), piccoli insetti, simili ai pidocchi.Inglese bird liceFrancese (m. pl.) MallophagesTedesco (pl.) Haarlingemàntide.(s.f.), insetto dal corpo snello e allungato, di colore verde, che si nutre di altri insetti.Inglese mantisFrancese (f.) manteTedesco (f.) Fangheuschreckemantoidèi.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti a cui appartiene la mantide.Inglese mantisesFrancese (m.pl.) mantidésTedesco (pl.) Fangheuschreckenmegalòtteri.(s.m. pl.), insetti provvisti di ali membranose.Inglese megalopteransFrancese (m.pl.) mégaloptèresTedesco (pl.) Schlammfliegenmesotorace.(s.m.), il secondo segmento del torace degli insetti.Inglese mesothoraxFrancese (m.) mésothoraxTedesco (m.) Mittelbrustringmetatorace.(s.m.), il terzo segmento del torace degli insetti.Inglese metathoraxFrancese (m.) métathoraxTedesco (m.) hinterer Brustteilmillepiedi.(s.m.), nome comune di alcune speci di insetti.Inglese millepedeFrancese (m.) mille-piedsTedesco (m.) Tausendfußmorsicare.(v. tr.; io mòrsico, tu mòrsichi, ecc.), addentare; di insetti, pungere.Inglese to nibbleFrancese mordreTedesco anbeißenmosca.(s.f.), 1 insetto appartenente ai ditteri: - cavallina, olearia, tsetsè. 2 fig. persona petulante e noiosa. 3 ciuffo di peli usato come esca per nascondere l'amo, qualunque esca artificiale che imiti insetti, larve ecc. 4 neo finto molto in voga all'inizio del secolo.Inglese flyFrancese (f.) moucheTedesco (f.) Fliegemoscerino.(s.m.), 1 nome comune a varie specie di insetti ditteri, molto piccoli, che volano a sciami. 2 fig. e scherz. persona di proporzioni minuscole, di nessuna importanza.Inglese midgeFrancese (m.) moucheronTedesco (f.) kleine Fliegemuta.(s.f.), 1 l'atto del mutare, del sostituire, cambio: - del vino, travasatura, la - dei cavalli, il cambio dei cavalli da tiro. 2 in biol. cambiamento di pelle o di rivestimento cutaneo che avviene in rettili, insetti e altri animali: - dei bachi. 3 mil. insieme delle sentinelle che compiono lo stesso turno di guardia. gruppo di cani per la caccia alla volpe al cervo, ecc. 5 insieme di oggetti necessari a un determinato uso e sostituibili con altri analoghi: una - di biancheria.Inglese changeFrancese (f.) relèveTedesco (f.) Ablösungneuròtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti di varie dimensioni.Inglese (pl.) neuroptersFrancese (m.pl.) névroptèresTedesco (m.s.) Netzflüglerocello.(s.m.), 1 ciascun occhio semplice degli insetti e di altri invertebrati. 2 ciascuna. delle macchie rotonde sulle ali delle farfalle, sulle penne dei pavoni, ecc.Inglese ocellusFrancese (m.) ocelleTedesco (f.) Ozelleodonati.(s.m. pl.), ordine di insetti fra cui sono comprese le libellule.Francese (m.pl.) odonatesommatìdio.(s.m.), occhio elementare, elemento costituente dell'occhio composto degli insetti.Francese (f.) ommatidieomòtteri.(s.m. pl.), ordine d'insetti con ali superiori membranose alla base e all'estremità.Francese (m.pl.) homoptèresooteca.(s.f.), involucro contenente le uova deposte dagli insetti ortotteri.Francese (f.) oothèqueortòtteri.(s.m. pl.), ordine d'insetti a cui appartengono la locusta, il grillo, il grillotalpa, ecc.Inglese orthopterFrancese (m.pl.) orthoptèresTedesco (n.pl.) Orthopteronenovopositore.(agg. e s.m.), di organo mediante il quale le femmine di numerosi insetti depongono le uova.Francese (f.) tarièrepalpo.(s.m.), appendice articolata dell'apparato boccale degli insetti.Inglese palpFrancese (m.) palpeTedesco (f.) Palpepesticìda.(s.m.) sostanza chimica usata in agricoltura per distruggere insetti, topi e altri organismi nocivi.Inglese pesticideFrancese (m.) pesticideTedesco (n.) Pestizidpizzicare.(v. tr.), 1 stringere forte la carne od altro tra la punta del pollice e dell'indice. 2 pungere di insetti o di sostanze che al palato diano la sensazione di piccole punture. 3 sorprendere, cogliere in fallo: se ti pizzico sono guai. 4 far vibrare le corde di uno strumento con il polpastrello delle dita.Inglese to pinchFrancese pincerTedesco kneifenproboscide.(s.f.), 1 appendice prensile, costituita dal prolungamento del naso e del labbro superiore, propria dell'elefante. 2 appendice boccale di alcuni insetti (mosche).Inglese trinkFrancese (f.) trompeTedesco (m.) Rüsselprotorace.(s.m.), in zool. il primo dei tre segmenti di divisione del torace degli insetti.Inglese prothoraxFrancese (m.) prothoraxTedesco (f.) Protobrustproturi.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti.Francese (m.pl.) protouresTedesco (pl.) Halbinsektenpsocòtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti che vivono sui tronchi degli alberi e tra le vecchie carte.Francese (m.pl.) psocoptèresTedesco (pl.) Flechtlingepungiglione.(s.m.), 1 aculeo di insetti, tramite il quale viene inoculato il veleno. 2 (ant.), pungolo.Inglese stingFrancese (m.) aiguillonTedesco (m.) Stachelpupa.(s.f.), 1 bambola; detto anche di donna giovane, come vezzeggiativo. 2 in zool. ninfa degli insetti, avvolta in un involucro di seta.Inglese dollFrancese (f.) poupéeTedesco (f.) Pupperafididi.(s.m. pl.), ordine di insetti.Francese (m.pl.) Raphidiidésregina.(s.f.), 1 la moglie del re. 2 (fig.), donna o cosa che è superiore alle altre. la femmina feconda di certi insetti come le api, le formiche ecc.). 4 uno dei pezzi principali del gioco degli scacchi.Inglese queenFrancese (f.) reineTedesco (f.) Königinronzare.(v. intr.), 1 il rumore che taluni insetti fanno volando. 2 girare intorno a un luogo o a una persona.Inglese to humFrancese bourdonnerTedesco summensaltamartino.(s.m.) 1 nome di alcuni insetti saltatori. 2 bimbo irrequieto, sempre in moto.Inglese jumping insectFrancese (m.) grillonTedesco (f.) Heuschreckesaltatore.(s.m.; f. -trice), 1 chi salta. 2 acrobata, danzatore. 3 ordine di insetti a cui appartengono le cavallette e i grilli.Inglese jumperFrancese (m.) sauteurTedesco (m.) Springerscarabèo.(s.m.), nome di insetti coleotteri. 2 antico gioiello lavorato.Inglese scarabaeusFrancese (m.) scarabéeTedesco (m.) Skarabäusscolito.(s.m.), genere di insetti coleotteri.Inglese scolytidFrancese (m.) scolyteTedesco (m.) Holzbohrersfègidi.(s.m. pl.), in zool. famiglia di grossi insetti simili alle vespe.Inglese (pl.) SphegidsFrancese (m. pl.) Sphégidésstafilino.(s.m.), nome di genere di piccoli insetti coleotteri.Inglese staphylinusFrancese (m.) staphylinsterminio.(s.m.), 1 lo sterminare: lo - degli ebrei durante la guerra. 2 enorme quantità: uno - di insetti.Inglese exterminationFrancese (f.) exterminationTedesco (f.) Vernichtungstigma.(s.m.), 1 impronta fatta con un ferro rovente sulla fronte degli schiavi. 2 fig. carattere distintivo: aver lo - di farabutto. 3 in zool. apertura degli insetti per la respirazione.Inglese stigmaFrancese (m.) stigmateTedesco (n.) Stigmastrepsìtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti.Inglese strepsipteronsFrancese (m. pl.) strepsitèresTedesco (pl.) Fächerflüglertèrebra.(s.f.), 1 antica macchina bellica simile all'ariete, munita di una grossa punta per sfondare le mura. 2 (zool.), organo di cui è provvisto l'addome di alcune femmine di insetti imenotteri; atte a praticare fori nelle foglie e deporvi le uova.Inglese terebraFrancese (f.) térèbreTedesco (m.) Widdertisanotteri.(s.m. pl.), ordine di insetti a quattro ali frangiate di peli.Inglese thysanopteronsFrancese (m. pl.) thysanoptèresTedesco (pl.) Blasenfüße(r)tisanuri.(s.m. pl.), ordine di insetti privi di ali.Inglese bristletailsFrancese (m. pl.) thysanouresTedesco (pl.) Thysanurentrachèa.(s.f.), 1 (anat.), parte dell'apparato respiratorio, a forma di tubo, compresa tra la laringe e i bronchi, situata davanti all'esofago. 2 (zool.), ciascun canale ramificato che, nel corpo degli insetti e di artropodi ha funzione respiratoria. 3 (bot.), vaso conduttore formato da cellule allungate e sovrapposte.Inglese tracheaFrancese (f.) trachéeTedesco (f.) Tracheatricòtteri.(s.m. pl.), in zool. ordine di insetti dal corpo allungato con antenne filiformi e quattro ali membranose.Inglese caddis fliesFrancese (m. pl.) trichoptèresTedesco (pl.) Köcherfliegentrocantere.(s.m.), 1 (anat.), ciascuno dei due rilievi ossei dell'estremità superiore del femore. 2 (zool.), il secondo segmento degli arti degli insetti.Inglese trochanterFrancese (m.) trochanterTedesco (m.) Trochantervolo.(s.m.), 1 il volare: il - degli uccelli, degli insetti ecc.; 1 a vela, quello fatto con alianti, prendere il -, andarsene; nel linguaggio sportivo, colpire al - la palla, prima che tocchi terra. 2 fig. viaggio molto rapido: sarò alla stazione in un -. 3 l'immaginare: un - di fantasia.Inglese flyingFrancese (m.) volTedesco (n.) Fliegenzillo.(s.m.), il verso stridulo di alcuni insetti.Inglese chirpFrancese (f.) stridulationTedesco (n.) Zirpenzoràtteri.(s.m. pl.), ordine di insetti.Francese (m. pl.) ZoraptèresEnciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario Storia Antica e Medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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